Letras: il tango e le sue parole | Danza Maligna

“Ballando ci si emoziona al suono di un violino, o di un bandoneón, si interpretano ritmi e melodie, si parla di quell’artista o di quell’altro […] Eppure mi sono convinto che […] la maggior parte dei ballerini non abbia piena consapevolezza del significato delle parole che animano i tanghi, i vals e le milonghe che abitualmente si ballano.

La lingua utilizzata dai parolieri del tango è una mescolanza di idiomi…porteño, lunfardo (verlain di Buenos Aires), spagnolo, castigliano, italiano, ecc.
Inoltre non tutti gli interpreti cantano l’intero tema; questo rende diverse le versioni di uno stesso brano, secondo il cantante o l’orchestra che lo esegue.”

Danza Maligna Tango

Música : Fernando Randle
Letra : Claudio Frollo (Carlos Raúl Attwell Ocantos)

Se arrastran los compases compadrones
Del tango que se encoge y que se estira,
Su música doliente pareciera
Sentir que una amenaza se aproxima.
Viviremos los dos el cuarto de hora
De la danza nostálgica y maligna,
Escuchemos latir los corazones
Bajo el numen de Venus Afrodita.

Placer de dioses, baile perverso,
el tango es rito y es religión,
orquestas criollas son sus altares
y el sacerdote, su bandoneón.
Quiero sentirme aprisionado
como en la cárcel de mi dolor,
guarda silencio mitad de mi alma
que hay un secreto entre los dos.

Se arrastran los compases compadrones
del tango que se adueña de tu fibra,
el roce de tus rulos en mis sienes
derá la extremaunción de mi agonía.
Te invito a penetrar en este templo
donde todo el amor lo purifica,
viviremos los dos el cuarto de hora
de la danza nostálgica y maligna.

Danza Maligna Tango

Musica: Fernando Randle
Testo: Claudio Frollo (Carlos Raúl Attwell Ocantos)

Si trascinano i ritmi malavitosi
del tango che si restringe e che si allunga,
la sua musica dolente sembra
sentire che sta arrivando una minaccia.
Vivremo entrambi il quarto d’ora
della danza nostalgica e maligna,
sentiamo battere i cuori
sotto il nume di Venere Afrodite.

Piacere degli dei, ballo perverso,
il tango è rito ed è religione,
orchestre creole sono i suoi altari
e il sacerdote il suo bandoneon. 
Voglio sentirmi imprigionato
come nella prigione del mio dolore,
resta in silenzio metà della mia anima
che c’è un segreto tra le due.

Si trascinano i ritmi malavitosi
del tango che si appropria delle tue fibre.
Il tocco dei tuoi riccioli sulle mie tempie
sarà l’estrema unzione della mia agonia.
Ti invito a entrare in questo tempio
dove tutto l’amore lo purifica.
Vivremo entrambi il quarto d’ora
della danza nostalgica e maligna!

Il poeta che scrisse i versi di Danza Maligna era Claudio Frollo, uno pseudonimo che nascondeva sotto di lui, nientemeno che un giudice istruttore.
Autore oltre a vari libri su temi della sua professione, e anche alcuni con aneddoti dell’ambiente del  tribunale. Si chiamava in realtà Carlos Attwell Ocampos, aveva molto prestigio nel foro e parallelamente al suo lavoro, scrisse diverse testi di tango che ebbero successo.

Danza Maligna ha un testo piuttosto diabolico.
Il giudice-poeta era solito andare a ballare il tango ai cabaret di moda ai suoi tempi (1930 circa), cercando di passare il più inosservato possibile.  Tra ballo e ballo, la serata, la musica, l’atmosfera, le coppie danzanti, la sua penna scrisse  l’idea che gli fluttuava intorno. 

Uomo esperto nella fine osservazione  degli esseri umani, lo possiamo  immaginare seduto sulla sua sedia, studiando ciò che accade intorno a lui, conversando con la coppia o l’amico di turno ed elucubrando ciò che si vive tra le coppie che si muovono al ritmo del tango che suonano gli strumenti dell’orchestra.
Lo attrare il dialogo dei corpi danzanti, le chiacchiere  tra tema e tema e la distopia generata nella realtà illusoria e milonguera della lunga e movimentata notte.

Sembra che ci sia una lotta interna nei sentimenti dell’autore. Da un lato l’emozione del ballo, la sensazione del tocco amoroso che provoca l’abbraccio nella danza e dall’altro la realtà che sopraggiungerà con la fine della notte, l’alba, gli obblighi… Le prime luci dell’alba faranno svanire quella stanza magica dove tutto è illusione, sensualità, romanticismo, idillio e e fantasia.

Tratto  dal blog  ” Tangos al Bardo “

Un ringraziamento a La Milonga di Alvin