Letras: il tango e le sue parole | Paisaje

“Ballando ci si emoziona al suono di un violino, o di un bandoneón, si interpretano ritmi e melodie, si parla di quell’artista o di quell’altro […] Eppure mi sono convinto che […] la maggior parte dei ballerini non abbia piena consapevolezza del significato delle parole che animano i tanghi, i vals e le milonghe che abitualmente si ballano.

La  lingua utilizzata dai parolieri del tango è una mescolanza di idiomi…porteño, lunfardo (verlain di Buenos Aires), spagnolo, castigliano, italiano, ecc.
Inoltre non tutti gli interpreti cantano l’intero tema; questo rende diverse le versioni di uno stesso brano, secondo il cantante o l’orchestra che lo esegue.”

Paisaje Vals

Música: Sebastian Piana
Letra: Homero Manzi

Te compré una tarde
paisaje lejano,
el marco dorado
y el tema otoñal.
Te colgué en el muro
frente a su retrato,
frente a su retrato
que ya no está más.
Es tal vez por eso
que recién me angustian
tu tono velado,
tu sombra, tu gris,
tu cielo techado
de nubes y bruma,
tu parque llorando
con lluvia de abril.
¿Quién será, quien será
que en tu tela pintó
la quietud otoñal del pinar?
¿Y esa luz de olvido,
y el confín perdido,
y el camino herido de azul
y la soledad?
¿Quién será que una vez
te encontró como sos
y logró comprender tu color?
¿Qué alma, qué alma buena
vio la pena, pena
de la nube gris,
del camino azul,
del dolor de abril?

Soledad de nadie
colgada del muro.
Hoy sé que mi vida
lo mismo que vos
sólo es un paisaje
lejano y oscuro
sin plata de ensueño,
sin oro de amor.
Somos… sí, lo mismo,
con igual destino.
Garúa borrosa
de un día de abril.
Un nido vacío y
un viejo camino
y un aire de ausencia
muy triste y muy gris.

Paesaggio Vals

Musica: Sebastian Piana
Testo: Homero Manzi

Ti comprai un pomeriggio
paesaggio lontano
la cornice dorata
ed il tema autunnale
Ti   appesi al muro
di fronte al suo ritratto.
Di fronte al suo ritratto
che già non c’è più
E’ forse per questo
che recentemente mi angosciano
il tuo tono velato,
la tua ombra, il tuo grigio,
il tuo cielo coperto
di nuvole e nebbia,
il tuo parco piangendo
con pioggia di Aprile
Chi sarà, chi sarà
che nella tua tela dipinse
la quiete autunnale della pineta?
E questa luce di oblio,
e il confine perduto,
ed il cammino ferito di azzurro
e la solitudine?
Chi sarà che una volta
ti incontrò come sei
e riuscì a comprendere il tuo colore?
Che anima, che anima buona
vide la pena, pena
della nuvola grigia,
della strada azzurra,
del dolore di Aprile?

Solitudine di nessuno
appesa alla parete.
Oggi so che la mia vita
come la tua
è solo un paesaggio
lontano e oscuro
senza l’argento del sogno,
senza l’oro dell’amore.
Siamo… sì, gli stessi,
con uguale destino.
Pioggerella sfocata
di un giorno d’aprile,
un nido vuoto e
una vecchia strada
e un’aria di assenza
molto triste e molto grigia