Letras: il tango e le sue parole | El bazar de los juguetes
“Ballando ci si emoziona al suono di un violino, o di un bandoneón, si interpretano ritmi e melodie, si parla di quell’artista o di quell’altro […] Eppure mi sono convinto che […] la maggior parte dei ballerini non abbia piena consapevolezza del significato delle parole che animano i tanghi, i vals e le milonghe che abitualmente si ballano.
La lingua utilizzata dai parolieri del tango è una mescolanza di idiomi…porteño, lunfardo (verlain di Buenos Aires), spagnolo, castigliano, italiano, ecc.
Inoltre non tutti gli interpreti cantano l’intero tema; questo rende diverse le versioni di uno stesso brano, secondo il cantante o l’orchestra che lo esegue.”
El bazar de los juguetes Tango
Música: Roberto Rufino
Letra: Reinaldo Yiso
Patrón cierre la puerta,
no me mire asombrado,
le compro los juguetes
que tiene en el bazar.
Yo se los compro todos,
no importa lo que gasto,
dinero no me falta
para poder pagar.
Por una sola noche
yo quiero ser Rey Mago,
para que los purretes
de todo el arrabal
mañana al despertarse
aprieten en sus manos
el sol de esta alegría
que yo les quiero dar.
Al bazar de los juguetes,
cuantas veces de purrete,
me acercaba para ver.
Para ver de allí, de afuera,
desde atrás de esa vidriera
lo que nunca iba a tener.
Si mi vieja era tan pobre
le faltaba siempre un cobre
para comprarnos el pan.
Y hoy que puedo,
que la suerte me sonríe,
yo no quieroque haya un pibe
que no tenga ni un juguete
pa’ jugar.
Yo sé lo que es sentirse
en una nochebuena,
sin un solo regalo
un solo cacho ‘e pan,
sabiendo que los otros,
cruzando la vereda,
dejaban sus juguetes
en medio del zaguán.
Yo sé lo que es sentirse
besado tiernamente
por una pobre madre
que no me pudo dar
ni el más humilde y pobre
de todos los juguetes
por eso se los compro
por eso nada más.
Si mi vieja era tan pobre
le faltaba siempre un cobre
para comprarnos el pan.
Y hoy que puedo,
que la suerte me sonríe,
yo no quiero que haya un pibe
que no tenga ni un juguete
pa’ jugar.
Il negozio di giocattoli Tango
Musica: Roberto Rufino
Testo: Reinaldo Yiso
Poprietario chiuda la porta,
non mi guardi meravigliato,
le compro i giocattoli
che ha nel negozio.
glieli compro tutti,
non importa quanto pago,
il denaro non mi manca
per poter pagare.
Per una sola notte
voglio essere un Re Magio,
così che i bambini
di tutto il quartiere
domattina al risveglio
stringano nelle loro mani
il sole di questa allegria
che io desidero dargli.
Al negozio dei giocattoli,
quante volte da bambino,
mi avvicinavo per vedere.
per vedere da li, da fuori,
da dietro quella vetrina
ciò che non avrei mai avuto
Se mia madre era tanto povera
le mancava sempre un soldo
per comprarci il pane.
E oggi che posso,
che la sorte mi sorride,
io non voglio che ci sia
un bambino che non abbia
neanche un giocattolo per giocare.
Io so cosa vuol dire sentirsi
alla vigilia di Natale,
senza un solo regalo
solo un pezzo di pane,
sapendo che gli altri,
attraversando il marciapiede,
lasciavano i loro giocattoli
a metà dell’uscio.
Io so cos’è sentirsi
baciare teneramente
da una povera madre
che non mi ha potuto dare
neanche il più umile e povero
tra tutti i giocattoli,
per questo glieli compro,
per questo e niente di più.
Se mia madre era tanto povera
le mancava sempre un soldo
per comprarci il pane.
E oggi che posso,
che la sorte mi sorride,
io non voglio che ci sia
un bambino che non abbia
neanche un giocattolo per giocare.