Letras: il tango e le sue parole | Romance de barrio

“Ballando ci si emoziona al suono di un violino, o di un bandoneón, si interpretano ritmi e melodie, si parla di quell’artista o di quell’altro […] Eppure mi sono convinto che […] la maggior parte dei ballerini non abbia piena consapevolezza del significato delle parole che animano i tanghi, i vals e le milonghe che abitualmente si ballano.

La  lingua utilizzata dai parolieri del tango è una mescolanza di idiomi…porteño, lunfardo (verlain di Buenos Aires), spagnolo, castigliano, italiano, ecc.
Inoltre non tutti gli interpreti cantano l’intero tema; questo rende diverse le versioni di uno stesso brano, secondo il cantante o l’orchestra che lo esegue.”

Romance de barrio Vals

Música: Aníbal Troilo
Letra: Homero Manzi

Primero la cita lejana de abril,
tu oscuro balcón, tu antiguo jardín.
Más tarde las cartas de pulso febril
mintiendo que no, jurando que sí.
Romance de barrio tu amor y mi amor.
Primero un querer, después un dolor,
por culpas que nunca tuvimos,
por culpas que debimos sufrir los dos.
Hoy vivirás despreciándome, tal vez sin pensar
que lamento al no poderte tener
el dolor de no saber olvidar.
Hoy estarás como nunca lejos mío,
lejos de tanto llorar.
Fue porque sí, que el despecho te cegó como a mí,
sin mirar que en el rencor del adiós castigabas
con crueldad tu corazón.
Fue porque sí que de pronto no supimos pensar,
que es más fácil renegar y partir que vivir sin olvidar.

Retornan vencidas tu voz y mi voz
trayendo  al volver con tonos de horror,
las culpas que nunca tuvimos
las culpas que debimos pagar los dos.

Storia d’amore di quartiere  Vals

Música: Aníbal Troilo
Testo: Homero Manzi

Prima l’appuntamento lontano di aprile,
il tuo balcone oscuro, il tuo antico giardino.
Più tardi le lettere dal polso febbrile
mentendo di no, giurando di si.
Storia d’amore di quartiere il tuo amore e il mio amore.
Prima un amore, poi un dolore
per colpe mai commesse,
per colpe per le quali dovemmo soffrire entrambi.
Oggi vivrai disprezzandomi, talvolta senza penare
che lamento non poterti avere il dolore di non poterti dimenticare.
Oggi starai come non mai lontano da me,
lontano da un tale pianto.
Fu per questo, che il rancore ti accecò come me,
senza guardare che nel rancore dell’addio
castigavi con crudeltà il tuo cuore.
Fu perchè si improvvisamente non sapemmo pensare,
poichè è più facile rinnegare e partire
che vivere senza dimenticare.

Ritornano vinte la tua voce e la mia
ripetendosi con toni di orrore,
le colpe che non abbiamo mai avuto
le colpe che abbiamo dovuto pagare noi due.

Un ringraziamento a La Milonga di Alvin per la gentile possibilità di condivisone.